San Michele in Bosco: il monastero con vista su Bologna

Il complesso monastico di San Michele in Bosco è uno dei punti migliori da dove ammirare i Colli Bolognesi e tutta la città di Bologna dall’alto. Noto soprattutto ai fotografi per via di una speciale “illusione ottica” di cui vi parleremo tra poco, questo monastero merita di essere visitato anche per ciò che nasconde all’interno. Dentro potrete ammirare le opere realizzate negli anni da artisti del calibro di Giorgio Vasari, oltre a un’antica biblioteca  con libri rari e antichi.

Dove si trova il Monastero di San Michele in Bosco

Prima di descrivere nel dettaglio cosa offre il Monastero di San Michele, diamo qualche indicazione più precisa sulla sua ubicazione. Il motivo per cui il complesso offre una vista così panoramica è dovuto al fatto di trovarsi molto vicino alla città di Bologna, più precisamente su un versante del colle di San Michele. L’indirizzo preciso del Monastero di San Michele in Bosco è Via Giulio Cesare Pupilli 1, Bologna.

È perciò proprio grazie all’adiacenza al centro storico e alla strada sinuosa che sale verso l’ingresso che oggi San Michele in Bosco è diventata una tappa fissa per chi esplora i Colli Bolognesi in bici, oltre che in vespa. Chi ama camminare, invece, può prendere San Giovanni Bosco come punto di partenza per un’escursione verso il Parco di Forte Bandiera, di cui vi troverete nei paragrafi più in fondo tutti i dettagli.  

Perché visitare San Michele in Bosco?

Come già accennato, oltre che per la veduta che offre, San Michele in Bosco regala diverse sorprese. Appena arriverete davanti all’ingresso, sia che l’abbiate raggiunto in vespa, in bici o anche con i mezzi pubblici, vi ritroverete davanti a un complesso di ineccepibile bellezza.

In particolare, tra le cose da vedere a San Michele in Bosco ci sono:

  • La chiesa e la sua cripta
  • Il chiostro ottagonale
  • Il corridoio monumentale e l’illusione ottica
  • La biblioteca storica
  • Lo Studio Putti 
  • La Sala Vasari

La chiesa di San Michele in Bosco

La Chiesa di San Michele in Bosco è l’edificio centrale (e il più antico) intorno al quale si sviluppa tutto il complesso. La struttura è eretta sopra una vecchia cripta, di cui ancora adesso è possibile vedere i resti. L’interno della chiesa, invece, presenta subito una netta distinzione in due aree, una utilizzata dai fedeli e la seconda invece utilizzata dai monaci, in particolare dal coro. Ciò che più colpisce è sicuramente l’altezza dei soffitti e le volte decorate, che rendono questo luogo estremamente d’impatto. 

  • Ingresso: gratuito
  • Orari di apertura: dalle 9:00 alle ore 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00

Il chiostro ottagonale

In un punto adiacente alla chiesa sorge anche il Chiostro Ottagonale, dall’enorme rilevanza artistica e architettonica. Il nome deriva dalla sua inusuale forma ad ottagono. Venne progettato da Pietro Fiorini, figlio dello scultore Raffaello e poi decorato da diversi artisti, tra cui il pittore bolognese Ludovico Carracci. Tali affreschi sono ancora visibili in parte, nonostante l’esposizione alle intemperie. 

Il corridoio monumentale e l’illusione ottica

L’illusione ottica che di San Michele in Bosco che si può vedere attraversando il corridoio monumentale è forse una delle cose più affascinanti del posto. Il tipo di illusione che si osserva viene detta a “effetto cannocchiale” o “vista paradox” perché modifica la percezione delle dimensioni di un oggetto. In questo caso specifico accade che guardando la Torre degli Asinelli che si vede fuori dalla finestra e indietreggiando nel corridoio, la torre invece di “rimpicciolirsi” sembra diventare sempre più grande. In pratica più ci si allontana dalla finestra e più la Torre degli Asinelli appare vicina. 

Al contrario, invece, avvicinandosi alla finestra la Torre pare allontanarsi. Si tratta di un’illusione ottica decisamente particolare, che oltre a destare curiosità e stupore nei visitatori è stata recentemente studiata anche da alcuni ricercatori dell’Università di Bologna.

La biblioteca storica

Prima di parlare della biblioteca storica di San Michele in Bosco bisogna fare una piccola premessa, ossia che la biblioteca (conosciuta anche come Biblioteca Umberto I) è patrimonio dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, lo stesso che oggi ha in gestione tutto il complesso. Questo spiega quindi perché la collezione di libri conservata all’interno sia considerata una delle più complete in campo ortopedico. Nella biblioteca si trovano infatti volumi rari, oltre ad alcuni strumenti chirurgici originali.  

Ma la sorpresa non finisce qui, perché tutto rimane immerso in un contesto di particolare fascino, con volte affrescate e arricchite da quadri, che creano così un singolare contrasto tra il mondo della scienza e quello dell’arte religiosa. 

  • Ingresso: gratuito
  • Orari di apertura:
    • Lunedì e martedì dalle 9:30 alle 17:30
    • Mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9:30 alle 15:00;
    • Sabato dalle 9:00 alle 13:00 (chiusa l’ultimo sabato del mese)

Lo Studio Putti 

Lo Studio Putti è un piccolo locale posto in prossimità della biblioteca storica, utilizzato un tempo come appartamento del priore del monastero e poi diventato, in seguito all’acquisizione della struttura da parte dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, lo studio privato del professor Vittorio Putti. Mancato nel 1940, Putti era un chirurgo ortopedico di fama mondiale che alla sua morte donò il suo studio e tutti i documenti conservato all’interno dell’Istituto. Nello studio si possono perciò vedere i pezzi unici della sua collezione come alcune edizioni uniche di testi di Ippocrate, strumenti chirurgici di età romana e medievale e persino manichini utilizzati nella Cina del 1500 per effettuare diagnosi. 

  • Ingresso: gratuito, ma solo su prenotazione 
  • Orari di apertura:
    • Dal lunedì al giovedì dalle 9:30 alle 17:30
    • Venerdì dalle 9:30 alle 15:00
    • Sabato dalle 9:30 alle 13

La Sala Vasari

La Sala Valasi di San Michele in Bosco prende il nome dal pittore Giorgio Vasari che prese in carico il lavoro di realizzazione di tutti i dipinti che ancora adesso decorano pareti e soffitti. Questa stanza, in passato, era l’antico refettorio. Il lavoro gli venne commissionato il 2 febbraio 1539 e nonostante la scadenza fosse fissata per la fine di marzo del 1540, il tutto venne terminato in solamente otto mesi. ll frutto del suo impegno, a distanza di secoli, è rimasto comunque ben conservato arrivando così fino ai giorni nostri. 

Le escursioni a San Michele in Bosco

Oltre al fascino del complesso in sé, San Michele in Bosco è punto di partenza di diversi itinerari nei Colli Bolognesi. Quelli più noti e frequentati sono due, cioè quello che dal centro di Bologna porta al monastero e quello che dal monastero porta al Parco di Forte Bandiera. Il primo può essere percorso sia a piedi che in bici o in vespa. Il secondo, al contrario, è accessibile unicamente a piedi e solo in alcuni orari. 

Da Bologna a San Michele in Bosco

  • Nome dell’itinerario: da Bologna a san Michele in Bosco
  • Punto di partenza: Giardini Margherita – Bologna
  • Punto di arrivo: San Michele in Bosco
  • Lunghezza totale: 1,5 chilometri circa (solo andata)
  • Dislivello totale: 61 metri in salita
  • Durata: 25 minuti circa a piedi – 10 minuti in bici – 6 minuti in vespa

San Michele in Bosco è posto su un colle molto vicino al centro di Bologna. Proprio per questo il percorso che permette di raggiungerlo a piedi, ma anche in bici o vespa, è veramente alla portata di tutti. Il dislivello non è particolarmente impegnativo e l’itinerario ha una lunghezza complessiva di 1,5 chilometri, a cui aggiungerne altrettanti per il ritorno, per un totale di 3 chilometri complessivi.

Si parte quindi nei pressi dei Giardini Margherita di Bologna, più precisamente nei dintorni della Porta Castiglione. Da qui si costeggia il perimetro dei giardini lungo via Castiglione fino ad arrivare all’imbocco con la salita che porta all’Ospedale Rizzoli, che porta il nome di via Vittorio Putti. Percorrendola per intero si giunge poi ai piedi della Salita San Benedetto. Basterà quindi percorrere questi ultimi metri per poter arrivare alla propria destinazione. 

Da San Michele in Bosco a Forte Bandiera

  • Nome dell’itinerario: Sentiero CAI 902
  • Punto di partenza: San Michele in Bosco
  • Punto di arrivo: Parco di Forte Bandiera
  • Lunghezza totale: 4 chilometri circa (solo andata)
  • Dislivello totale: 250 metri in salita
  • Durata: 1.30 ora circa 

Questo itinerario che parte da San Michele in Bosco porta gli escursionisti al  Parco di Forte Bandiera, un’area dei Colli Bolognesi particolarmente verde e panoramica. Tutto il percorso è di facile percorrenza ed orientarsi è semplice grazie ai segnavia bianchi e rossi dei CAI 902 posti lungo la strada. 

L’escursione inizia quindi dall’ingresso del monastero, da dove si scende per un breve tratto verso l’adiacente Giardino Remo Scotto, situato proprio nei dintorni. Si prosegue poi per via San Vittore fino a un bivio che porta a un sentiero sterrato lungo la via Fratta. Sempre seguendo le indicazioni si raggiunge prima la cima di San Vittore e poi quella di Barbiano. A tal punto basterà ricongiungersi per poco su una strada asfaltata, per tornare infine in mezzo al verde e ritrovarsi così nel parco bolognese di Forte Bandiera. 

Indicazioni utili per il percorso

All’inizio del sentiero CAI 902 c’è un cartello posizionato dal Club Alpino Italiano e dal Comune di Bologna che raccomanda di percorrere l’itinerario solo tra le 8:00 e le 18:00 nei mesi tra novembre e marzo e tra le 7:00 e le 20:00 nella restante parte dell’anno. Si raccomanda inoltre di attraversare il sentiero unicamente a piedi in quanto l’accesso alle bici e a qualsiasi altro mezzo è vietato. 

La storia di San Michele in Bosco

Vale la pena spendere alcune parole sulla storia di San Michele in Bosco e sulle sue numerose vicende. Le origini del complesso risalgono infatti al medioevo, più precisamente al IV secolo, quando già esisteva una vecchia struttura monastica che nel 1364 iniziò ad ospitare alcuni monaci Olivetani. 

La struttura originaria, tuttavia, fu distrutta nel 1430 per poi essere però ricostruita. I lavori durarono alcuni anni e terminarono solamente nel 1523 dando a San Michele in Bosco l’impianto strutturale che ancora adesso è visibile. Gli interni, al contrario, sono stati rivisti e arricchiti negli anni con l’aggiunta di affreschi e dipinti. 

Molti di questi, rimasti nel monastero per secoli, vennero però espropriate durante l’invasione napoleonica di inizio ‘800. Trasferite in Francia, solo 16 delle 31 opere prelevate vennero poi riportate in Italia. Le altre restarono nel “Paese dei Lumi” dove però non vennero sempre conservate a dovere. Un dipinto di Guercino, ad esempio, venne distrutto in un incendio a Bordeaux a fine Ottocento.

Tornando alla storia del complesso di San Michele, possiamo quindi affermare che il periodo napoleonico non fu tra i più felici per questo luogo. Quando nel 1797 vennero abolite le corporazioni religiose gli ultimi monaci olivetani abbandonarono la struttura che venne utilizzata come caserma e poi come prigione. Solamente più tardi, venne affidata al Legato Pontificio che la adibì in villa e poi, nel 1860, a residenza per il Re d’Italia Vittorio Emanuele II che la utilizzò durante le sue visite in città.

Rimasto in stato di semiabbandono dopo la caduta del Regno d’Italia, l’intero complesso venne acquistato poco tempo dopo dal professor Francesco Rizzoli, primario di Chirurgia dell’Ospedale Maggiore, per una cifra di 55.000 lire. Il suo intento era quello di renderlo sede di un importante ospedale ortopedico, cosa che effettivamente avverrà poco dopo la sua morte. L’ospedale venne infatti inaugurato nel 1896, affermandosi in breve tempo come centro di eccellenza nel mondo. 

La presenza dell’Ospedale fu fondamentale specialmente nel periodo della Grande Guerra, quando vennero sviluppate tecniche d’avanguardia per il trattamento dei mutilati e degli invalidi di guerra grazie all’utilizzo di innovative protesi. 

Con l’aumento del numero di pazienti e della sua importanza, per l’Istituto Ortopedico si è resa necessaria la costruzione di una più ampia e moderna struttura, posta proprio nelle vicinanze di san Michele in Bosco. Il complesso monastico originale, però, è ancora di proprietà dell’istituto che continua a mantenerlo accessibile al pubblico e alle visite

Curiosità su San Michele in Bosco

San Michele in Bosco ha da sempre rappresentato un punto di riferimento per la città di Bologna, motivo per cui all’interno di testi e documenti storici lo si ritrova citato di frequente. Anche il poeta Giovanni Pascoli gli dedicò alcuni versi all’interno della raccolta dei Canti di Castelvecchio. Eccone un esempio:

“La luna par che adagio si avvicini a San Michele, e guardi nel convento. No, non ci sono frati ma bambini fuori del nido. Ella ristà tra il vento …”

Pascoli infatti visse gli ultimi anni della sua vita in un appartamento in via dell’Osservanza dal quale ogni mattina vedeva l’intero complesso di San Michele in Bosco: un immenso privilegio che oggi tanti cittadini di Bologna hanno la fortuna di avere ancora.

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