Grotta della Spipola: il tunnel sotterraneo più affascinante di tutto il Bolognese
Scoperta negli anni Trenta, la Grotta della Spipola è una delle cavità carsiche più celebri e spettacolari dell’Emilia e dei Colli Bolognesi. Situata all’interno del Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, si estende per oltre 12 chilometri di tunnel sotterranei che rappresentano un patrimonio geologico e naturalistico di grande valore.
La sua unicità non sta solamente nelle dimensioni, ma anche nel fatto che è una delle poche grotte di questo tipo visitabili con percorsi guidati. L’ingresso si trova a San Lazzaro di Savena, a pochi chilometri da Bologna, e consente di scoprire da vicino un mondo nascosto fatto di stalattiti, stalagmiti e cristalli millenari.
Visitare la Grotta della Spipola
L’accesso alla Grotta della Spipola è possibile soltanto con visite guidate autorizzate, sia per il delicato ecosistema interno, sia per garantire la sicurezza dei visitatori. Il complesso sotterraneo raggiunge infatti profondità di circa 400 metri in alcuni punti, un intricato labirinto dove è facile perdersi senza l’aiuto di una guida esperta.
Durante l’escursione si percorre un tratto di circa 500 metri attraverso un ingresso artificiale realizzato appositamente per i visitatori, più ampio e sicuro rispetto al varco originario utilizzato dagli speleologi che la scoprirono quasi un secolo fa.
Come prenotare la visita e costo dell’ingresso
Le visite si svolgono solo su prenotazione per piccoli gruppi. Per i singoli visitatori vengono organizzate durante il corso dell’anno, solitamente in estate, delle apposite giornate per accedere alla grotta. Le prenotazioni possono essere fatte contattando direttamente l’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Orientale.
Il costo della visita alla Grotta della Spipola è:
- Intero (dai 18 anni): €16
- Ridotto (dagli 8 anni e over 65): €8
Il prezzo include la guida speleologica e l’attrezzatura di sicurezza di base, come il caschetto da indossare per tutta la durata dell’escursione al fine di proteggersi da botte accidentali contro le pareti rocciose.
Si tratta di un’esperienza adatta anche ai bambini dagli 8 anni (che anzi, sono forse proprio quelli che più rimangono affascinati dalla visita).
È invece sconsigliato a chi soffre di claustrofobia o se si hanno difficoltà motorie. Per ragioni di sicurezza la visita non è consentita ai bambini piccoli tenuti in braccio oppure in marsupi ed è vietato l’accesso con i cani.
Cosa indossare durante la visita
È importante sapere che la temperatura all’interno della Grotta della Spipola è sempre di 10-12 °C anche durante l’estate. Per tale motivo è importante vestirsi con pantaloni lunghi e una felpa o una giacca leggera. Deve inoltre essere portato uno scaldacollo o una bandana da mettere sotto il casco. Fondamentali, ovviamente, sono le scarpe che devono essere comode e impermeabili, adatte a un terreno umido e scivoloso.
È utile portare con sé anche una borraccia di almeno un litro d’acqua, da tenere nello zaino durante l’escursione.

Punto di ritrovo e come arrivare
Il punto di ritrovo per le visite guidate alla Grotta della Spipola è il parcheggio in località La Palazza a San Lazzaro di Savena, all’incrocio tra via Benassi e via La Palazza.
Per raggiungerlo in auto è sufficiente seguire la tangenziale uscendo a San Lazzaro di Savena, seguire poi la strada che costeggia il fiume e, alla rotonda, svoltare a sinistra in direzione Ponticella di San Lazzaro. A quel punto si passerà sopra un ponte che attraversa il Savena imboccando poi una strada in salita che arriva al bivio con il parcheggio.
In alternativa è possibile anche arrivare al parcheggio di Via Pilati in autobus utilizzando le linee in partenza da Bologna numero 11, 13 o 27. In tal caso bisogna scendere alla fermata di Ponticella Brizzi e proseguire poi a piedi per circa un chilometro fino al punto di incontro.

Storia e curiosità sulla Grotta della Spipola
Il complesso della Grotta della Spipola venne esplorato ufficialmente per la prima volta nel 1932 da Luigi Fantini, uno speleologo bolognese originario proprio di San Lazzaro di Savena che dedicò gran parte delle sua attività all’esplorazione dei Gessi Bolognesi.
Fantini passò attraverso quello che venne denominato “il buco del calzolaio” (o Bus d’la Speppla in dialetto locale), che era in realtà già stato individuato nel 1903 da Giorgio Trebbi, un altro speleologo che tuttavia non si addentrò in profondità. Al contrario Luigi Fantini insieme ad altri suoi colleghi riuscì a scendere sotto terra per più di 700 metri, scoprendo così un ampissimo sistema di grotte, tunnel e formazioni geologiche come stalattiti, stalagmiti e cristalli.
Affascinati da questi ambienti, le esplorazioni quindi proseguirono anche da parte di altri specialisti che l’anno successivo alla prima discesa di Fantini, e cioè nel 1933, riuscirono ad arrivare fino alla risorgente. Tale punto venne soprannominato “Buco del Prete Santo” e coincide tuttora con il tratto in cui le acque superficiali si immettono nel sottosuolo, scavando le grotte.
Poco tempo dopo, nel 1935, il Comitato Provinciale del Turismo scelse di mettere in sicurezza il vecchio ingresso, chiudendolo per evitare incidenti, aprendo invece nel 1936 un nuovo ingresso artificiale. L’ingresso, inaugurato dallo stesso Fantini, permise così a tutti i cittadini di vedere dal vivo le grotte sempre sotto la supervisione di guide esperte.
Con lo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale, tuttavia, le visite vennero sospese e le grotte iniziarono a essere utilizzate da centinaia di civili come rifugio, riempiendosi però di spazzatura.
Al termine della guerra il cancello di ingresso, che era stato divelto, venne ripristinato e le grotte ripulite. Con l’ingresso della grotta nell’area del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa si è potuto proseguire con una bonifica ancora più profonda, conclusasi nel 1995. Da allora è diventata una zona protetta, dove oltre a essere stati rinvenuti fossili e cristalli trovano rifugio anche alcune specie animali come pipistrelli o piccoli insetti.
